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La Fibrillazione atriale

2021-11-29 17:38

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La Fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è l'aritmia più diffusa nella popolazione generale e la sua prevalenza tende a crescere con l'aumentare dell'età. Pur non essendo un'aritmia di per sé pericolosa per la vita, può esporre a delle complicanze molto gravi e invalidanti quali l'ictus ischemico.



Essa colpisce lo 0,5 -1% della popolazione generale con una prevalenza che aumenta con l'età (0,1% sotto i 55 anni, 8-10% oltre gli 80). La maggior parte dei pazienti affetti ha quindi più di 65 anni; gli uomini sono generalmente più colpiti rispetto alle donne.



E' classificata tra le aritmie sopraventricolari, quindi a insorgenza atriale, talora innescata da impulsi elettrici provenienti da cellule muscolari presenti alla giunzione tra le quattro vene polmonari e l'atrio sinistro.



Nella fibrillazione atriale l'attività elettrica degli atri è completamente disorganizzata e caotica, come se questi fossero in "corto-circuito"!
Questo determina l'assenza di una contrazione muscolare efficace delle pareti atriali e quindi stasi sanguigna.
E' proprio la stasi sanguigna e di conseguenza, la formazione di coaguli, a esporre al rischio di ictus ischemico.


Oltre al rischio di ischemia cerebrale, la fibrillazione atriale può portare ad un elevata frequenza cardiaca e a un ritmo ventricolare totalmente irregolare, soprattutto se l'aritmia è di recente insorgenza!


Chi colpisce e come si manifesta?

In alcuni casi si presenta in assenza di apparenti condizioni favorenti, ossia in assenza di una cardiopatia strutturale o di condizioni sistemiche (come l'ipertiroidismo) che la possano determinare. Altre volte invece vi sono anche condizioni che possono favorire la fibrillazione atriale quali l'ipertensione arteriosa, l'insufficienza cardiaca, l'obesità, le apnee ostruttive del sonno (OSAS), il diabete mellito, patologie delle valvole cardiache quali la valvulopatia mitralica e non solo.


La fibrillazione atriale è spesso associata a sintomi; i più frequenti sono: cardiopalmo, fiato corto, astenia o facile affaticabilità, raramente sincope o dolore toracico.


La persistenza della fibrillazione atriale determina un rimodernamento degli atrii, che assumono caratteristiche elettriche, anatomiche e strutturali (dilatazione, fibrosi) tali da favorire il perpetuarsi dell'aritmia; è per questo che bisogna intervenire nel più breve tempo possibile per riportare il paziente in ritmo sinusale.


Il percorso diagnostico comprende:

  • Visita aritmologica mirata
  • Elettrocardiogramma
  • Ecocardiogramma
  • Holter ECG delle 24 ore
  • Loop recorder

Trattamenti

Il trattamento è complesso e viene valutato in base al singolo caso.



Il controllo del ritmo si basa soprattutto sull'utilizzo della cardioversione elettrica (CVE), l'utilizzo di farmaci antiaritmici e l'intervento di ablazione transcatetere (ATC).


E' inoltre necessario nella maggior parte dei casi instaurare una terapia anticoagulante che renda il sangue più "fluido".


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